Imboccando il Ponte Canale di Cavassolo si ha subito una prima percezione della grandiosità dell’opera che ci accingiamo a percorrere; realizzato in epoca seicentesca, è composto da sei grandi arcate, per uno sviluppo complessivo dì circa mt 95.
Proseguendo lungo il tracciato dell’ acquedotto si arriva in prossimità di quello che rimane dell’ Oratorio di San Rocco, la cui effigie è ancora visibile sulla volta della copertura; a pianta rettangolare con copertura a botte ultimata con manto in abbadini in ardesia, è circondato da un ameno giardinetto punteggiato da cipressi. Da questo punto il tracciato si perde tra abitazioni rurali, giardini e bosco misto fino alla Galleria della Rovinata, costruita nel 1822 su disegni del Barabino, per evitare una zona particolarmente franosa da cui deriva appunto il toponimo.
Il tracciato segue fedelmente le curve di livello fino ad arrivare attraversando coltivi e fasce abbandonate, ad incrociare via di Creto, dove, in fregio alla strada, è possibile osservare antichi lavatoi che, attualmente inutilizzati, venivano alimentati anch’essi dall’ acquedotto.
Attraversata via di Creto il percorso prosegue parallelo al muro di cinta del cimitero di Struppa, passando tra fasce terrazzate e coltivi, fino a raggiungere la Chiesa di Santa Maria Assunta di Molassana.
Prima della realizzazione del ponte sifone sul Torrente Geirato, la cui edificazione risale alla seconda metà del ‘700, il primo originale tracciato si addentrava nella vallata omonima fino al borgo di Geirato, dove è ancora ben visibile e conservato il ponte seicentesco a quattro campate.
Curiosità:
Il nome della località MOLASSANA deriva da “Mollicciana“, vulgata per terra mollis, per indicare il terreno umido e paludoso, talvolta franoso ma anche molto fertile, della valle del Geirato. Il toponimo”Mollicciana” compare in documenti medioevali e a quell’epoca era riferito anche alla porzione più a monte della val Bisagno, che in seguito avrebbe preso la denominazione di Struppa. Nella zona di Molassana si trovano alcune strutture dell’acquedotto storico: quella più imponente e meglio conservata è il ponte-sifone sul torrente Geirato, ben visibile dal centro di Molassana, che con le sue 23 arcate in pietra per una lunghezza complessiva di 648 m trasportava l’acqua da Molassana alta a Pino Sottano. La costruzione del ponte (il primo ponte-sifone della storia, per il cui progetto gli ingegneri genovesi ebbero contatti anche con Galileo Galilei) fu decisa nel 1660 ma attuata oltre un secolo più tardi (tra il 1772 e il 1777) su progetto dell’architetto Claudio Storace, per abbreviare il percorso dell’acquedotto, che in origine si addentrava nella valle del Geirato con un percorso lungo e tortuoso in un’area soggetta a frane, fatto che rendeva molto onerosa la manutenzione. Inizialmente sul ponte furono collocati dei tubi in ferro che però non sopportarono la pressione.
Se volete proporre una passeggiata urbana alla scoperta della storica ricerca d’acqua della Superba attraverso un percorso tra campagna e città: